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Gli operatori del settore agrivoltaico lanciano un allarme: i tempi imposti dal bando PNRR 2024 risultano incompatibili con la realtà delle procedure autorizzative e operative necessarie per la realizzazione degli impianti. In base ai dati diffusi dal GSE con il primo Bando sono stati ammessi 540 progetti dei quali 270 mediante la procedura dell’asta, per una potenza complessiva di circa 1,5 GW. Tuttavia, le scadenze imposte – conclusione lavori entro giugno 2026 e connessione entro tale data – sono considerate irrealistiche, in particolare per gli impianti di grandi dimensioni.
Le principali criticità evidenziate dagli operatori riguardano la lentezza del permitting secondario, la rigidità burocratica nella definizione della fine lavori, i vincoli legati alle stagionalità agronomiche e le difficoltà di accesso al credito, acuite dal rischio di ritardi nella messa in esercizio.
Per evitare l’abbandono dei progetti, è stato avviato un dialogo con il Ministero dell’Ambiente per richiedere una proroga tecnica (fine lavori al 31 ottobre 2026 e connessione al 31 dicembre 2027) e una maggiore coerenza tra gli obiettivi PNRR e le condizioni operative effettive. In assenza di correttivi, molti investitori stanno valutando l’uscita dal bando e il passaggio a strumenti alternativi, come il decreto FerX, ritenuto più flessibile e atteso entro fine 2025.
La perdita dei fondi PNRR – affermano gli operatori – sarebbe un’occasione mancata per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, già in ritardo sugli obiettivi al 2030. Ogni progetto coinvolge una filiera ampia di imprese, tecnici e agricoltori, per cui è urgente adottare misure che garantiscano certezze operative e tempi compatibili con la realtà del settore.