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In tema di accertamento dei redditi d'impresa, con riguardo a un'attività di ristorazione, una volta calcolata la quantità normale di materie prime necessarie per la preparazione dei pasti, è ragionevole presumere che ne sia stato servito un numero pari al complesso dei generi alimentari acquistati, diviso per le quantità di essi occorrenti per ciascun pasto, e che la mancata registrazione di consistenti ricavi sulla base dei piatti e delle bevande vendute in determinati anni legittima l'Ufficio Finanziario a procedere all'accertamento ai sensi dell'articolo 39, comma 2, lettera d), D.P.R. 600/1973, trattandosi di omissioni e falsità che per il loro numero e gravità minano la credibilità dell'intera documentazione contabile (cfr. Sentenza n. 25001/2006).
In questa sezione sono raccolte le sentenze di commissioni tributarie e della Cassazione relative alla trattazione di tematiche attinenti al settore dell’agricoltura e dell’alimentazione