In materia di certificazione dei vini a denominazione di origine (DOC e DOCG), gli atti adottati da Valoritalia – quale organismo di controllo autorizzato dal Ministero – hanno natura provvedimentale e rientrano nella giurisdizione del giudice amministrativo, trattandosi di attività espressione di discrezionalità tecnica nell’ambito di un sistema di controlli di rilievo pubblicistico. La perdita della titolarità delle superfici “rivendicabili” a seguito di procedura esecutiva immobiliare comporta ex lege l’impossibilità per l’azienda di rivendicare la denominazione, a nulla rilevando che la produzione sia stata realizzata secondo i disciplinari o che la cancellazione delle superfici abbia avuto effetti solo successivi. Conseguentemente, la contestazione di non conformità grave e il declassamento del prodotto da parte dell’organismo di controllo risultano legittimi, non essendo configurabile un diritto alla commercializzazione con denominazione protetta in assenza del titolo giuridico sulle superfici rivendicabili.