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La Rivista | nº 00 Dicembre 2018


La valutazione delle rimanenze di animali

di Sauro Garavini, dottore commercialista

Gli animali presenti nelle imprese agricole di allevamento, le cosiddette “scorte vive”, si differenziano fra:

1) animali destinati alla riproduzione o all’allevamento;
2) animali i cui prodotti sono destinati alla vendita o ad una successiva lavorazione;
3) animali destinati alla vendita.

Alla prima categoria appartengono gli animali destinati all’attività di riproduzione, quali, per esempio, tori, verri, scrofe, ecc.; nella seconda categoria, invece, può essere fatto rientrare il bestiame impiegato nel processo produttivo con la finalità di ottenere una materia prima (es.latte, uova, ecc.) che viene successivamente venduta oppure trasformata in un altro prodotto finito (es. formaggio).

Carattere comune a entrambe le fattispecie è l’utilità pluriennale: tali animali costituiscono,infatti, fattori a lungo ciclo di utilizzo, ossia risorse produttive che prestano la loro capacità produttiva per più periodi gestionali. Ad essi è attribuibile la qualifica di “immobilizzazioni” e concorrono alla formazione del reddito di esercizio attraverso il processo di ammortamento, calcolato in funzione della vita utile residua, considerando il ciclo di vita medio dell’animale in relazione alla razza ed alle caratteristiche dello stesso.

Nella terza categoria, invece, rientrano gran parte degli animali allevati nelle aziende agricole,quali polli da carne, suini, bovini da carne, ecc.; tali animali sono destinati alla vendita e possono essere considerati come il prodotto finale dell’attività d’impresa. Rispetto alle prime due categorie, in cui le scorte vive rappresentavano uno strumento destinato all’ottenimento di un altro prodotto, in quest’ultima categoria gli animali costituiscono di per sé il risultato del processo produttivo essendo l’oggetto stesso a cui è rivolta l’attività economica. In considerazione di quanto sopra, gli animali non possono rientrare nel comparto delle immobilizzazioni ma devono essere ricompresi fra le rimanenze e, ad esse, è rivolto il presente approfondimento.

IL PROFILO CIVILISTICO E CONTABILE

La gestione delle imprese agricole determina, al termine dell’esercizio, la presenza di:

  • materie prime, sussidiarie e di consumo non ancora utilizzate nel processo produttivo;
  • semilavorati e prodotti in lavorazione per i quali il processo produttivo non è ancora completo;
  • prodotti finiti già pronti ed in attesa di essere ceduti.

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