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La Rivista | nº 03 Marzo 2020


L'Italia prenda spunto dall'agricoltura

di Luciano Mattarelli, direttore responsabile

Viviamo tempi duri, un momento di crisi senza precedenti che ha richiesto l’adozione di misure draconiane per provare a fronteggiare un nemico, il COVID-19, che di certo lascerà il suo segno sui libri di storia. Sarà la peste del ventunesimo secolo?

Sarà “solo” una pandemia? Ad oggi pare davvero impossibile leggere un verdetto come questo, mentre il quadro di quello che sarà l’impatto economico dell’emergenza si inizia già a tratteggiare.

Secondo le prime stime, infatti, sono già stati bruciati quasi tre miliardi di euro, in particolare nei settori del turismo, della logistica, dei trasporti, senza dimenticare però comparti come commercio, sport e spettacolo che hanno subito danni ingenti. Questo, però, pare essere solo l’inizio: se fino a qualche giorno fa si sperava di contenere le perdite totali dell’emergenza entro i dieci miliardi, oggi gli scenari raccontano di danni economici per oltre trenta miliardi di euro, se la situazione attuale dovesse protrarsi ancora a lungo. Per le imprese italiane, quindi, si tratta di un momento di straordinaria difficoltà: ordini saltati, disdette, ma soprattutto tanta incertezza che mal si concilia con la necessità di pianificare attività e lavoro e di garantire, per datori di lavoro e per i propri dipendenti, un’entrata sicura.

Sono proprio gli imprenditori, però, che in questo momento oscuro hanno l’onere di traghettare il Paese, garantendo i servizi fondamentali e continuando a generare valore, con lucidità e lungimiranza. Sicuramente, lo Stato farà la sua parte: l’introduzione di semplificazioni relative al mondo del lavoro, come quelle per smart working e accesso alla cassa integrazione straordinaria, e la proroga di termini fiscali e contributivi rappresentano però solo il primo passo di un cammino che si preannuncia lungo e impegnativo. Oggi il compito di farsi protagonisti della Resistenza e di mandare avanti il sistema Paese, nel pieno rispetto delle regole fissate per fronteggiare questa situazione imprevista e straordinaria, infatti, spetta agli imprenditori.

Penso che, in questo periodo buio, sia importante trovare dei modelli da imitare, dei riferimenti a cui ispirarsi per fronteggiare la crisi. Sarò di parte, forse, ma ritengo che oggi più che mai quella dell’agricoltore possa essere una figura illuminante.

Già, perché gli agricoltori sono persone abituate a fronteggiare i momenti di difficoltà. Da sempre, infatti, la coltivazione della terra e l’allevamento degli animali sono attività strettamente legate agli accadimenti del mondo: calamità naturali e malattie rappresentano eventi comuni e non prevedibili, ma al tempo stesso sono situazioni che ogni anno possono danneggiare in maniera irrimediabile produzioni ed impianti, causando gravi problemi alle aziende. Problemi che possono essere fronteggiati solo con il duro lavoro, con qualche sacrificio e con la speranza di tempi migliori.

Gli agricoltori sono anche persone abituate a seguire le regole. Infatti, lavorare nel mondo dell’agricoltura, nel 2020, significa rispettare mille disposizioni, di natura amministrativa, sanitaria, fiscale, giuslavoristica. Dal benessere animale al residuo zero, dalle regole sulle colture biologiche ai vari adempimenti, essere un agricoltore significa osservare la legge, anche senza averne un diretto ritorno personale. L’esatto contrario di quello che decine di migliaia di italiani hanno mostrato nelle scorse settimane, persone che hanno messo davanti a tutto la propria persona, mostrando comportamenti egoistici suscettibili di creare danni ad un’intera Nazione. Infine, un ultimo importante insegnamento dovremmo trarre dal mondo dell’agricoltura. Dal mondo rurale, quello di una volta, quello delle grandi famiglie contadine e del focolare, dobbiamo imparare che la casa è oggi il primo riparo in cui ci dobbiamo rintanare.

Nell’amore delle nostre famiglie, nei tempi che rallentano, nella voglia di lasciarsi presto alle spalle questo momento difficile.

Dalla voglia di aiutarci l’un l’altro, dalla nostra capacità di restare fiduciosi, dal rispetto delle prescrizioni che tecnici e personale medico ci stanno dando e ci daranno, dipenderà il nostro futuro. Supereremo la tempesta: questo, però, è il momento di restare uniti.





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