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Il 2020 è l’ultimo anno della programmazione della PAC 2014-2020; dal 2021 entra in vigore una nuova fase della PAC.
Il dibattito sulla PAC post 2020 ha accumulato una serie di ritardi, a seguito delle elezioni europee di maggio 2019, del conseguente insediamento del nuovo Parlamento e della ritardata entrata in carica della nuova Commissione Europea, avvenuta il 1° dicembre 2019. A ciò si è aggiunta l’emergenza COVID e il prolungato percorso di approvazione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
È, ormai, certo che la nuova PAC entrerà in vigore con due anni di ritardo, quindi dal 1° gennaio 2023. Il 2021 e 2022 saranno due anni di transizione.
In questo articolo analizziamo i contenuti e le novità della PAC 2021-2022 rispetto al periodo 2014-2020.
Allo scopo di gestire la transizione tra la PAC 2014-2020 e la PAC post 2020, la Commissione aveva pubblicato, in data 31/10/2019, le proposte per creare un regime transitorio (COM(2019) 581 del 31/10/2019) per tutti gli strumenti della PAC: pagamenti diretti, OCM e politica di sviluppo rurale (tab. 1).
Inizialmente, il periodo transitorio doveva interessare un solo anno (il 2021), ma il 30 giugno 2020 è stato definitivamente sancito che la nuova PAC entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 e, dunque, il periodo transitorio durerà due anni (2021 e 2022).
Il Regolamento transitorio mira a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno agli agricoltori europei per il 2021 e il 2022, tramite l’estensione dell’applicabilità del quadro giuridico esistente e gli adattamenti di alcune norme per traghettare la PAC fino alla prossima riforma.
Di fatto, avremo una PAC biennale 2021-2022, che prosegue e adatta le regole attuali per i primi due anni del periodo di programmazione 2021-2027.