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Percorrendo il nostro Paese è possibile scorgere la presenza di antichi castelli (manieri, fortezze e rocche) che, oltre ad arricchire il paesaggio di incommensurabile bellezza, testimoniano anche la storia della nostra millenaria civiltà, di quella civiltà risalente all’Italia dei Comuni che diede vita a generazioni di personaggi illustri. Questi immobili di rilevante pregio artistico e storico sono in parte ancora abitati dai discendenti delle rispettive casate, altri sono diventati musei, accessibili al pubblico ed altri ancora sono stati riconvertiti e destinati ad altre attività; fra tutte quelle tipiche dell’ospitalità e dell’accoglienza (alberghi, ristoranti, agriturismi e altro).
Cosa succede quando questo avviene? La trasformazione o l’adattamento della struttura a finalità diverse, come quelle da ultimo citate, comporta alcuni problemi. Uno di questi riguarda il loro inquadramento catastale perché è noto che i castelli rientrano nel novero delle unità immobiliari censite nel gruppo A, cioè le costruzioni destinate ad uso abitativo, e sono identificati negli atti stessi del catasto (ad esempio: visure) con la categoria A/9 appositamente dedicata a tali complessi, comprensiva anche dei palazzi di interesse storico. L’atro aspetto è connesso all’attività imprenditoriale in funzione della trasformazione.
Quanto al primo interrogativo la Cassazione ha risposto (cfr. Cass. n. 5707 del 23 marzo 2016) affermando che la categoria A/9 si caratterizza, rispetto alle altre dello stesso gruppo, per la “natura intrinseca” delle relative costruzioni poiché hanno a che vedere con l’aspetto storico- artistico dell’immobile. Può, quindi, accadere che l’intero edificio (castello o palazzo) abbia una destinazione corrispondente ad altre categorie, quali ad esempio alberghi, musei, biblioteche, uffici, agriturismi e quant’altro.
Sostanzialmente un castello potrebbe conservare la sua categoria catastale a destinazione abitativa (A/9) a prescindere dalle intervenute modifiche strutturali tali da renderlo di fatto suscettibile di altre destinazioni, come appunto quella turistico-alberghiera.