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ConsulenzaAgricola.it, a partire da questo numero della Rivista, propone al lettore una serie di approfondimenti in merito alla preoccupante situazione che si sta manifestando a partire dalla crisi bellica in Ucraina.
Gli argomenti saranno diversi e tra loro collegati prendendo a riferimento più ambiti che interagiscono con la filiera agro-alimentare dal produttore fino al consumatore finale.
È ben noto il ruolo di Russia e Ucraina nell’ambito del commercio mondiale dei bei alimentari del settore primario; tale impatto è rilevante sull’andamento dei mercati per le produzioni agro-alimentari nazionali, sull’esposizione dell’Italia per l’approvvigionamento di alcuni prodotti agricoli, nonché sull’andamento dei mercati stessi.
A partire dalla seconda metà del 2020, lo scenario internazionale dei mercati è stato caratterizzato da un significativo e generalizzato incremento dei prezzi delle principali commodity energetiche e agricole, riconducibili a un insieme di fattori di natura congiunturale, strutturale e, purtroppo, speculativa.
Infatti, la repentina ripresa della domanda mondiale della prima fase post pandemica aveva determinato problemi organizzativi e logistici dei principali scali mondiali, il conseguente rallentamento delle catene di fornitura globali, gli aumenti vertiginosi dei costi di trasporto e dei noli dei container.
A questi fattori di tensione si sono aggiunti un significativo incremento dei prezzi delle materie prime energetiche e l’aumento delle richieste di alcune materie prime agricole, a causa della crescente domanda cinese di mais e di soia e, per quanto riguarda il frumento tenero, delle azioni intraprese dalla Russia nel 2021 allo scopo di contenere l’aumento dei prezzi alimentari sul mercato interno, ma con l’effetto di ridurre i volumi esportati dal Paese.