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Il mercato delle mele è un’arena altamente competitiva che si contraddistingue per numerose cultivar e un’ampia gamma di caratteristiche sensoriali. Ciò che differenzia questo frutto da altri, è il fatto che le singole cultivar di mele stanno diventando sempre più riconoscibili dai consumatori grazie a marchi facilmente individuabili sul mercato. In un contesto di ipercompetitività come quello che sta vivendo il comparto melicolo, l’audacia e l’aggressività dei principali attori coinvolti nello scenario nazionale e internazione sono tali da perturbare l’equilibrio del mercato e indurre sostanziali cambiamenti. Considerando il ruolo chiave della melicoltura italiana, l’obiettivo del presente articolo è quello di fornire un’analisi del contesto in cui operano le imprese italiane del comparto.
Secondo le statistiche ufficiali della FAO, la produzione mondiale di mele nel 2020 è di 86,4 milioni di tonnellate, a fronte di una superficie coltivata di oltre 4,6 milioni di ettari (Figura 1). Il continente asiatico domina costantemente la scena internazionale con il 64,4% dell’offerta mondiale di mele, e il 67,8% in termini di superfici coltivate nel 2020. L’Europa rappresenta la seconda area geografica di riferimento per superfici coltivate e prodotto raccolto. Terza in ordine di importanza è l’offerta americana, con poco più di 9 milioni di tonnellate e quasi 306 mila ettari nel 2020.