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L’art. 2086 c.c., recentemente novellato dal Codice della crisi, ha stabilito che tutte le società sono tenute a istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa. L’adeguatezza organizzativa è così divenuta espressione di corretta amministrazione e parametro di legalità dell’operato della società e dei suoi amministratori.
Le imprese agricole, al pari di quelle commerciali, non sfuggono a questa prescrizione e, pertanto, sono chiamate a un vero e proprio processo di crescita basato sull’adozione di modelli di indirizzo di gestione (corporate governance) tali da salvaguardare gli interessi dei propri stakeholder, cioè di tutti quei soggetti che direttamente o indirettamente sono coinvolti nell’attività di impresa (dipendenti, azionisti, clienti, fornitori, creditori, la comunità in cui l’azienda opera, etc.).
Nell’ambito dei processi organizzativi il punto di partenza è indubbiamente quello di individuare ruoli, compiti e responsabilità nell’assetto aziendale.
Un’efficace organizzazione presuppone, pertanto, un protocollo generale che raccolga “il complesso delle direttive e delle procedure stabilite per garantire che il potere decisionale sia assegnato ed effettivamente esercitato a un appropriato livello di competenza e responsabilità”. Tale modello risulterà adeguato se, in relazione alle dimensioni, alla natura, alla complessità e alle altre caratteristiche specifiche della società saranno presenti, almeno, i seguenti elementi: