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La produzione biologica è un sistema di gestione dell’azienda agricola e di produzione alimentare che combina le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la conservazione delle risorse naturali, l’applicazione di elevati standard di benessere animale e un metodo di produzione che utilizza sostanze e processi naturali. La certificazione dei prodotti biologici rientra in un sistema di certificazione di processo di qualità regolamentata, in cui la qualità del prodotto è legata alla qualità del processo. Contestualmente la valutazione del processo fornisce sufficienti garanzie che il prodotto risponda ai requisiti regolamentati, i quali sono misurabili e/o verificabili.
Tuttavia, nonostante gli operatori biologici adottino una serie di misure precauzionali per ridurre i rischi, in alcuni casi le contaminazioni da sostanze e/o prodotti non ammessi in agricoltura biologica risultano accidentali e tecnicamente inevitabili.
L’uso dei fitofarmaci è notevolmente limitato in agricoltura biologica, ma alcuni prodotti fitosanitari sono consentiti a condizioni ben definite. Le analisi di laboratorio su campioni rappresentativi sono un aspetto importante dei controlli ufficiali sulla produzione biologica. Le Autorità di controllo o gli Organismi di controllo prelevano e analizzano campioni per individuare l’eventuale presenza di prodotti e sostanze non autorizzati.
In tale scenario, il Regolamento di esecuzione (UE) 2021/1165[1] definisce le liste positive di tutti gli input e sostanze ammesse in agricoltura biologica per i diversi settori di attività: fertilizzanti, fitofarmaci, additivi, coadiuvanti tecnologici, additivi per mangimi, prodotti per la pulizia e la disinfezione ecc. Salvo specifiche deroghe, tutte le sostanze e i prodotti esclusi dal citato Regolamento sono considerati non ammessi.