tr?id=945082922274138&ev=PageView&noscript=1 Chilometro zero e filiera corta: nuove regole per l’agroalimentare italiano

La Rivista | nº 01 Gennaio 2023


Chilometro zero e filiera corta: nuove regole per l’agroalimentare italiano

di Stefano Senatore, avvocato esperto in diritto alimentare e vitivinicolo

La vendita di prodotti agroalimentari a chilometro zero e da filiera corta rappresenta, nell’esperienza concreta, un fenomeno ormai ampiamente noto e consolidato nel nostro Paese.

Malgrado ciò, sino agli scorsi mesi, mancava nell’ordinamento italiano una disciplina che fornisse un quadro giuridico chiaro e, soprattutto, di portata generale, per tali circuiti commerciali.

I riferimenti giuridici erano, infatti, frammentati all’interno di varie norme settoriali, ciascuna delle quali applicabile esclusivamente nel rispettivo, specifico ambito di competenza. Vale la pena richiamare, in particolare:

  • le disposizioni sul sostegno e sulla valorizzazione dei piccoli Comuni, stabilite dalla Legge 6 ottobre 2017, n. 158[1];
  • la disciplina concernente i mercati agricoli di vendita diretta, all’interno della Legge 28 luglio 2016, n. 154[2];
  • le regole sull’affidamento dei contratti pubblici, di cui al Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50[3];
  • le norme sui servizi di refezione scolastica contenute nel Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104[4];
  • a livello europeo, la disciplina della Politica Agricola Comune recata dal Regolamento (UE) n. 1305/2013 (per la P.A.C. 2014-2022) e dal Regolamento (UE) n. 2021/2115 (per la P.A.C. 2023-2027)[5].

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