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Molta preoccupazione serpeggia ancora tra gli addetti al settore. Il virus della Peste viene segnalato “in circolazione”, sia in Europa che nelle due aree russo-asiatiche. Gli allevatori italiani non devono abbassare la guardia, poiché il mercato di questa carne e dei derivati rischierebbe il tracollo se il virus rompesse l’argine delle due aree interessate (Piemonte-Liguria e Lazio) ed attualmente sotto controllo. Ma il problema dei cinghiali è ancora la brace che cova sotto la cenere.
Siamo giunti all’inizio dell’anno e due questioni rimangono completamente aperte: il mercato, che come sempre più spesso accade, inverte bruscamente la sua rotta in maniera improvvisa, e la Peste Suina Africana, che rimane una minaccia e che condiziona pesantemente anche le compravendite di suini e carni. A parte quindi la prima questione, è ancora la malattia nei cinghiali, serpeggiante come la storia di questi ultimi anni insegna, che può aggravare la situazione sanitaria del nostro paese e produrre spinte incontrollabili sia sul mercato interno che soprattutto su quello internazionale.