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La Rivista | nº 03 Marzo 2023


Gli impianti agrovoltaici: una nuova frontiera dell’impresa agricola multifunzionale?

di Francesco Tedioli, avvocato

Sommario: 1) La produzione di energia fotovoltaica su aree agricole - 2) Il contributo dell’agrovoltaico alla transizione energetica: consumo del suolo o valorizzazione e tutela del territorio? - 3) La regolamentazione giuridica del fotovoltaico in area agricola - 4) Vantaggi e svantaggi dei sistemi agrivoltaici - 5) I requisiti degli impianti agrivoltaici 6) Il soggetto che realizza il progetto - 7) Le differenze tra impianti fotovoltaici e agri-fotovoltaici - 8) La disciplina fiscale: lineamenti.

1. La produzione di energia fotovoltaica su aree agricole

In questo momento storico, caratterizzato da incertezza geopolitica ed elevato costo delle materie prime, al quale si sommano gli obiettivi di decarbonizzazione adottati dall’Unione Europea[1], l’Italia sta cercando di rendersi più autonoma dal punto di vista energetico, anche aumentando la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili da impianti fotovoltaici[2].

Tuttavia, la copertura con impianti fotovoltaici di edifici o infrastrutture - che rappresenta l’opzione migliore dal punto di vista della compatibilità ambientale (e, astrattamente, potrebbe essere sufficiente a soddisfare l’intero fabbisogno energetico) - è, sovente, sottoposta a vincoli di diversa natura (artistici, paesaggistici, amministrativi, civilistici ecc.), che ne ostacolano la realizzazione.

Per raggiungere tale ambizioso obiettivo è, allora, indispensabile individuare ulteriori spazi adatti all’installazione di impianti fotovoltaici[3].

Una soluzione alternativa è rappresentata dalla produzione di energia fotovoltaica su vaste aree agricole[4] incolte o coltivate.

Tali impianti agrovoltaici[5] o agri-fotovoltaici non hanno, però, ancora trovato larga diffusione e, in concreto, la loro realizzazione è lungi dal potersi definire capillare sul territorio del Paese[6]. E ciò a causa di una serie di criticità, rappresentate, in particolare, dalla mancanza di un quadro legislativo specifico e dalla sovrapposizione, a livello amministrativo e giurisprudenziale, tra i tradizionali sistemi fotovoltaici e le moderne tecnologie agrovoltaiche[7].

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