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La produzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta, ad oggi, il tema più trattato nel dibattito sulle prospettive dell’agricoltura poiché, nell’ambito delle attività multifunzionali proprie del settore agricolo, le imprese agroenergetiche rappresentano una componente in forte crescita. Lo sviluppo di tali attività deriva sia dalla necessità di diversificazione delle fonti di reddito, sia dalla necessità di contenere i costi energetici, nonché il consumo di energia da fonti fossili. Questi ultimi aspetti sono oggetto anche delle politiche promosse dallo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Le agroenergie attualmente note sono i biocarburanti (biodiesel e bioetanolo) e l’energia ricavata dalle biomasse (biogas, elettricità, energia termica). Il settore agricolo, per ora, è orientato alla produzione di energia ricavata dalle biomasse, svolta come attività connessa a quella principale di coltivazione, selvicoltura e allevamento.
Fino all’inizio del 2022 tali attività seguivano le tradizionali regole, civilistiche e fiscali, previste dal Legislatore, ma, a seguito della crisi derivante dalla guerra Russo-Ucraina, i prezzi dell’energia sono lievitati in maniera spropositata, tanto da richiedere l’intervento del Legislatore dapprima con il D.L. n. 4/2022 e, poi, con il c.d. Decreto Bollette, portando novità in tema di calcolo dei redditi derivanti dalla produzione di energia nel settore dell’agricoltura.
Vediamo, quindi, quali sono state le novità introdotte dalle norme sopra citate e quali sono le problematiche interpretative scaturite a seguito dell’applicazione di tali discipline.