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Colgo l’occasione di uno spunto autobiografico per una riflessione su una novità legislativa importante per il nostro Paese e per l’UE: il nuovo Regolamento UE sulle indicazioni geografiche (IG)[1] del settore (chiave) agroalimentare, italiano ed europeo. Si tratta infatti di un vero e proprio testo unico che riordina completamente il settore dell’agroalimentare europeo.
Nei giorni scorsi, infatti, ho partecipato, su invito del Presidente Renato Zaghini ai lavori della Assemblea Generale del Consorzio di tutela Grana Padano che ha sancito, come sottolineato dallo stesso presidente, un positivo andamento del mercato per l’anno 2023, domestico e delle esportazioni. Dai caseifici della filiera del Grana Padano passano oltre 3.5 milioni di tonnellate di latte, destinate anche ad altre produzioni che ne fanno il prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo (fonte Ismea rapporto Qualivita sulla DOP economy relativa all’anno 2022). Un primato di cui andare fieri come Paese.
La positiva vicenda della DOP Grana Padano, peraltro, si inserisce in un contesto temporale (anno 2023) importante per tutto il settore esportazioni dell’agroalimentare, che hanno raggiunto la cifra storica di 64 Mld di euro (+ 6% rispetto all’anno precedente) ed anche, come detto in apertura di questa riflessione, per un ulteriore elemento legislativo a livello Europeo.
Entrerà in vigore, infatti, probabilmente già ad inizio 2024 il nuovo Regolamento UE sulle indicazioni geografiche (italiane ed europee) per quanto riguarda prodotti alimentari, vini e bevande spiritose, sul quale è stato raggiunto un accordo tra i negoziatori del Parlamento, del Consiglio UE e della Commissione, che ora dovrà essere sottoposto al Comitato Speciale Agricoltura (per l’approvazione dei rappresentanti degli stati membri), poi adottato dal Parlamento e dal Consiglio e infine pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrare in vigore 20 giorni dopo (prevedibilmente tra gennaio e febbraio 2024).