Inquadramento fiscale dei Trust e prospettive di riforma

di Niccolò Di Bella, dottore commercialista e revisore legale (*)

Nel numero 06/2024 della nostra Rivista si è avuto modo di anticipare alcune riflessioni concernenti le proposte di modifica al D.Lgs. n. 346/1990 (c.d. “T.U.S.D.”, Testo Unico Successioni e Donazioni) in materia di fiscalità del passaggio generazionale d’impresa, ad opera della bozza di Decreto Legislativo contenente misure per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta di successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA, approvato in esame preliminare lo scorso 9 aprile dal Consiglio dei Ministri.

Allo stato attuale la citata bozza di Decreto ha ottenuto parere favorevole dalle Commissioni V - Bilancio e Tesoro e VI - Finanze, e l’auspicio è quello che possa concludere il proprio iter al fine di rendere operative le nuove disposizioni a decorrere dal 01 gennaio 2025.

In questo contributo, che prende le mosse dalla medesima bozza di Decreto, ci si concentrerà sui profili fiscali successori donativi riguardanti i trust; non prima di aver brevemente tratteggiato i lineamenti del trust.

Semplificando, il trust non è altro che un programma: un insieme di diritti e di beni il cui regolamento di utilizzo e di assegnazione viene creato da un soggetto definito Disponente.

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