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Tutela della proprietà industriale nello sviluppo di nuove tecniche di evoluzione assistita (TEA): l’attuale quadro normativo e le prospettive di riforma

di Nicola Lucifero, avvocato (*)
e Ludovica Elena Asia Colombo, avvocato (*)

Le nuove tecniche di evoluzione assistita, conosciute nel contesto internazionale come new genomic techniques (“TEA” o “NGTs”), possono definirsi la nuova frontiera dell’editing genomico vegetale, in quanto si differenziano dalle c.d. “tecniche genomiche consolidate”, utilizzate tradizionalmente per ottenere organismi geneticamente modificati (“OGM”).

Sotto il profilo puramente tecnico, le TEA permettono agli sviluppatori di modificare in modo voluto e mirato una specifica sequenza del DNA di un determinato organismo, ad esempio una pianta, mediante la sostituzione, l’aggiunta o la perdita di uno specifico nucleotide (c.d. “mutagenesi mirata”) o di un intero tratto genetico (c.d. “cisgenesi”), a condizione che il materiale genomico introdotto appartenga unicamente a specie incrociabili. L’interfertilità dell’organismo “bersaglio” e di quello “donatore” costituisce il discrimine tra le TEA e le tecniche genomiche consolidate, che prevedono l’introduzione di materiale genetico di specie tra loro non incrociabili (c.d. “transgenesi”).

È peraltro comprovato che con l’utilizzo delle TEA si possano ottenere (i) colture con una migliore tolleranza e/o resistenza alle malattie e agli organismi nocivi, (ii) piante che presentano una migliore tolleranza o resistenza agli effetti dei cambiamenti climatici e agli stress ambientali, nonché (iii) una migliore efficienza nell'uso di nutrienti e acqua e piante con rese più elevate e con migliori caratteristiche qualitative rispetto alle colture tradizionali. La capacità di sviluppare tali peculiarità, unitamente alla rapidità della loro applicazione concreta, rendono tali biotecnologie di nuova generazione un elemento da considerare al fine di raggiungere gli obiettivi di innovazione e di sostenibilità delineati dalle principali strategie dell’Unione europea, primi tra tutti quelli di cui al Green Deal Europeo[1] e alle sue declinazioni nel settore agroalimentare, le strategie “Dal produttore al consumatore[2] e sulla biodiversità[3]. Le TEA permetto infatti di diminuire la necessità di input produttivi, come acqua e fertilizzante e di prodotti fitosanitari.

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