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Nonostante l’evoluzione normativa e tecnologica che ha interessato il settore agricolo, i dati diffusi dall’INAIL[1] mettono in evidenza una persistente criticità: l’elevata incidenza degli infortuni sul lavoro in agricoltura, un comparto caratterizzato da specificità strutturali e demografiche che influiscono direttamente sulla sicurezza.
Sicuramente, determinate attività, come nel caso delle attività agricole, ove vi è un’eterogeneità di rischi - legati all’impiego di mezzi e sostanze chimiche, oltre che all’effettuazione di operazioni ripetitive, movimentazioni carichi, lavori in quota, lavorazioni all’aperto (rischio termico, punture d’insetti, polveri, ecc.) - la probabilità di infortuni è mediamente superiore a quella di altri settori.
È importante sottolineare come la prevenzione degli infortuni sia strettamente legata a un'efficace attività di valutazione dei rischi, a una formazione adeguata degli operatori e all’adozione di misure tecniche e organizzative finalizzate alla riduzione del rischio. Sebbene tali attività siano espressamente previste dalla normativa vigente, esse comportano costi non trascurabili per le aziende agricole, configurandosi a tutti gli effetti come investimenti in sicurezza.