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Negli ultimi anni, l’agricoltura ha assistito a un progressivo ampliamento delle tecnologie impiegate non solo per la produzione, ma anche per la gestione della qualità dell’ambiente e del prodotto post-raccolta.
Tra le innovazioni più promettenti in questo ambito si colloca la filtrazione fotocatalitica, una tecnica avanzata di purificazione dell’aria basata sull’impiego di materiali catalitici attivati dalla luce. Nata in ambito scientifico e industriale, questa tecnologia ha trovato recenti applicazioni anche nel comparto agricolo, dimostrandosi efficace nel contrastare due problematiche molto sentite: la gestione degli odori molesti e la conservazione dei prodotti ortofrutticoli.
La particolarità del sistema risiede nella sua capacità di degradare le molecole organiche e i composti inquinanti presenti nell’aria, senza limitarsi a trattenerli come avviene nei filtri tradizionali. Tale effetto è reso possibile grazie all’impiego del biossido di titanio (TiO₂), un materiale che, attivato dalla luce ultravioletta, genera radicali liberi altamente ossidanti, capaci di scomporre le sostanze indesiderate in elementi innocui quali anidride carbonica, acqua e sali minerali.