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Cambiamenti climatici, guerre commerciali e tensioni internazionali: uno scenario complesso per l’agricoltura

di Luciano Mattarelli, direttore responsabile

Il futuro delle imprese agricole italiane è fortemente influenzato da una serie di sfide globali ed interne, tra cui il cambiamento climatico, la volatilità geopolitica e le politiche commerciali in evoluzione.

Questi fattori sono destinati a plasmare la competitività del settore agricolo nei prossimi anni, e sebbene l'Unione Europea preveda una crescita moderata della produzione agricola, le prospettive per l'Italia si presentano particolarmente complesse.

Uno dei fattori chiave che incide sulle prospettive delle imprese agricole italiane è il cambiamento climatico. Come evidenziato nel rapporto dell'Unione Europea, i cambiamenti nelle condizioni meteorologiche hanno un impatto diretto sulle risorse naturali, come l'acqua e il suolo agricolo, e sulla produttività delle colture. Le previsioni indicano che la crescita dei rendimenti agricoli nell'Unione Europea sarà lenta, con il rischio di una contrazione in alcune colture strategiche, come il grano, entro il 2035. Questo scenario è particolarmente preoccupante per l'Italia, che è fortemente dipendente da colture sensibili alle condizioni climatiche, come l'olio d'oliva, il vino e la frutta, fondamentali per la sua economia agricola.

Le imprese agricole italiane si troveranno a fronteggiare sfide climatiche sempre più intense, come siccità e alluvioni improvvise, che minacciano la loro produttività. In questo contesto, la resilienza alle condizioni climatiche estreme diventa essenziale. Investire in tecnologie agricole avanzate, come l’agricoltura di precisione, e in pratiche agronomiche sostenibili potrebbe aiutare a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e a migliorare la competitività a lungo termine.

Oltre alle difficoltà climatiche, le imprese agricole italiane sono chiamate a navigare in un contesto geopolitico incerto, segnato da conflitti internazionali e politiche commerciali instabili. Le politiche sui dazi, come quelle imposte dagli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump, hanno aumentato l'incertezza per le imprese italiane, soprattutto nel settore della carne, con impatti sui prezzi e sulla competitività dei prodotti. Inoltre, le tensioni tra Stati Uniti, Cina e Europa aggiungono ulteriore instabilità, ma offrono anche nuove opportunità, come la possibilità di riorientare i mercati verso aree in espansione come il Vietnam e la Cina, che hanno recentemente aumentato le importazioni di carne suina dall'UE.

In parallelo, l'espansione degli accordi commerciali internazionali, come quello con il Mercosur, aumenta la concorrenza per i prodotti agricoli italiani, riducendo l'accesso a nicchie di mercato protette, come i prodotti DOP e IGP, che sono l'orgoglio dell'agricoltura italiana. Tuttavia, tali accordi potrebbero anche rappresentare un'opportunità di espansione, seppur con il rischio di erosione dei margini di profitto.

L'inflazione nel comparto alimentare, pur rallentando rispetto agli anni passati, continua a rappresentare una sfida per il potere d'acquisto delle famiglie, incidendo sulle dinamiche della domanda. Sebbene i costi di produzione nell'UE siano stati stabilizzati, gli agricoltori italiani si trovano ad affrontare svantaggi competitivi rispetto ai principali concorrenti internazionali, a causa di un quadro macroeconomico sfavorevole. In particolare, le imprese agricole italiane che operano in settori ad alta intensità di capitale e lavoro, come l'allevamento, potrebbero subire pressioni significative se i margini di profitto continueranno a ridursi.

Resilienza e opportunità per il futuro

Nonostante le difficoltà, il settore agricolo italiano ha dimostrato una notevole capacità di adattamento. Le imprese che sapranno investire in innovazione, sostenibilità e diversificazione delle attività non solo riusciranno a superare le difficoltà, ma potranno prosperare. Le politiche agricole comunitarie, che promuovono l'integrazione di pratiche sostenibili e l'adattamento ai cambiamenti climatici, offrono una base solida per supportare gli agricoltori italiani nella transizione verso modelli di business più resilienti. Tuttavia, per evitare il progressivo abbandono delle terre, dovranno essere ricercate anche soluzioni concrete per tutelare il reddito delle imprese agricole.

Per garantire che gli investimenti siano indirizzati correttamente verso le giuste direzioni, in linea con i cambiamenti in corso, è altrettanto cruciale promuovere la ricerca e l'innovazione. In tal senso, è necessario avviare una collaborazione ancora più ravvicinata tra il mondo accademico e quello industriale e produttivo, affinché quest'ultimo possa proporre soluzioni tecniche e operative adeguate alle sfide attuali.

In conclusione, il futuro delle imprese agricole italiane dipenderà dalla capacità del settore di affrontare le sfide interne ed esterne con visione strategica. In un contesto di incertezze climatiche e geopolitiche, sarà fondamentale promuovere politiche agricole più inclusive e resilienti, che non solo proteggano il settore, ma che permettano anche all'Italia di mantenere un ruolo di leadership nelle filiere agricole globali, soprattutto nelle nicchie di qualità e sostenibilità.

Le politiche comunitarie e nazionali dovranno essere in grado di supportare adeguatamente il settore agricolo, prevenendo situazioni di emergenza simili a quelle vissute dal comparto industriale (deindustrializzazione, perdita di competitività, ecc.). Se le tensioni economiche e politiche internazionali non si attenueranno, sarà necessario monitorare con attenzione ogni settore dell'economia, agricoltura compresa.






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