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Lo scorso giugno, avevamo parlato degli attesi decreti attuativi che avrebbero dovuto dare finalmente forma e il decisivo input alla creazione del nuovo sistema dell’enoturismo previsto dalla Legge di Bilancio 2018.
A distanza di quasi otto mesi, il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio ha annunciato la chiusura della prima bozza dei decreti, bozza che è stata inviata agli operatori del settore vitivinicolo e della ricettività rurale al fine di ottenere un confronto in merito ai contenuti del provvedimento.
La bozza di decreto fornisce una definizione piuttosto ampia di attività enoturistica, in quanto ivi vengono ricomprese tutte le attività formative ed informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio di riferimento, con particolare attenzione alle produzioni caratterizzate da indicazioni geografiche quali, ad esempio, DOP e IGP.
Secondo la bozza di decreto, possono essere ricondotte all’interno della definizione di enoturismo:
Per alimenti, precisa la bozza, si devono intendere quei prodotti agroalimentari, anche manipolati e trasformati, già pronti per il consumo. Inoltre, essi devono essere prevalentemente provenienti da produzioni locali a indicazione geografica, a marchio di qualità con indicazione di origine o essere presenti tra i prodotti regionali nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, pubblicato ed aggiornato annualmente dal MIPAAFT.
Tale precisazione, se confermata nel testo definitivo, meriterà specifici chiarimenti, in quanto la formulazione è tutt’altro che chiara e suscettibile di risvolti applicativi rilevanti. Parimenti, sarà necessario che il MIPAAFT specifichi con maggior dettaglio i contorni dell’affermazione “sono escluse in ogni caso preparazioni che prefigurano un’attività di ristorazione”.
Rispetto alla precedente versione, la nuova bozza di decreto attuativo ha ampliato in maniera significativa l’elenco dei requisiti minimi necessari per lo svolgimento dell’attività di enoturismo.
Tra questi si richiedono:
Anche in questo caso, l’elenco è estremamente lungo e articolato e, sebbene di massima molti dei requisiti sono ordinariamente posseduti dai soggetti che oggi svolgono attività di turismo rurale legato al settore vitivinicolo, in altri casi ci si potrebbe trovare a ingiustificate limitazioni che potrebbero portare distorsioni del sistema. In tal senso, la speranza è che il testo definitivo del decreto aiuti a fare chiarezza sulla questione.