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Il Decreto Agosto ha previsto lo stanziamento di 600 milioni di euro, per l’anno 2020, da destinare alle imprese della ristorazione per l'acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari, inclusi quelli vitivinicoli, anche DOP e IGP, in modo da valorizzare le materie prime del territorio.
L’articolo 58 del D.L. n. 104/2020 identifica, quali destinatari del contributo a fondo perduto, le imprese in attività alla data del 14 ottobre 2020 che operano con i seguenti codici ATECO quale attività prevalente:
L’accesso al contributo è inoltre subordinato ad una riduzione dell'ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2020 di almeno il 25% rispetto agli stessi valori relativi ai mesi da marzo a giugno 2019.
Per i soggetti che hanno avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019, qualora operino prevalentemente con i codici attività sopra elencati, il predetto contributo spetta a prescindere dallo scostamento di fatturato realizzato nel 2020 rispetto al periodo precedente.
Al fine di poter presentare le domande per il contributo, il suddetto articolo 58 rinvia ad un apposito Decreto.
Sul sito del MIPAAF è stato annunciato, tramite un comunicato stampa, che è stato concesso il via libera dalla Conferenza Stato Regioni al Decreto attuativo sul “Fondo ristorazione”.
Il provvedimento sarà a breve emanato di concerto con il MEF e dovrà anche stabilire i criteri, i requisiti e le modalità di erogazione del contributo a fondo perduto destinato alle imprese del settore ristorazione per l'acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP.
Le imprese beneficiarie dell’aiuto potranno presentare la domanda di contributo mediante il “portale della ristorazione” istituito da Poste Italiane, oppure direttamente presso gli sportelli di Poste Italiane.
Prima di procedere al pagamento, Poste Italiane dovrà essere verificato il rispetto del massimale degli aiuti de minimis.
Alla domanda dovranno essere allegati i documenti fiscali certificanti gli acquisti effettuati, anche non quietanzati e, qualora l’esito della verifica effettuata da Posta Italiane circa il rispetto del de minimis sia positivo, il Ministero autorizzerà in automatico la corresponsione di un anticipo pari al 90% del valore del contributo riconosciuto.
Inoltre, si dovrà allegare un'autodichiarazione concernente:
L'accettazione della domanda è subordinata alle verifiche
Il pagamento avverrà tramite bonifico effettuato da Poste Italiane.
Entro 15 giorni dall’approvazione dell'anticipo, il soggetto beneficiario presenterà a Poste Italiane, con le medesime modalità previste per la presentazione della domanda, quietanza di pagamento degli acquisti. Una volta acquisita tale documentazione, saranno emessi i bonifici a saldo del contributo ammesso.
Il contributo per ciascun beneficiario potrà variare da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 10.000 euro, al netto dell'IVA.
Sono ammessi all’aiuto i prodotti agroalimentari acquistati a partire dal 14 agosto 2020, (inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell'acquacoltura), anche DOP e IGP.
Sul comunicato si legge che “per rispondere al requisito della valorizzazione della materia prima di territorio il richiedente deve aver acquistato prodotti rientranti nelle seguenti categorie:
Ai fini dell'attuazione della presente misura agevolativa sono considerati prioritari gli acquisti di prodotti DOP e IPG e di prodotti ad alto rischio di spreco, questi ultimi riportati nell'allegato 1 del Decreto. Nell'elenco, aggiornabile con decreto del MIPAAF, compaiono prodotti rientranti nel paniere elaborato dal "Tavolo per la lotta agli sprechi e per l'assistenza alimentare" per il Programma di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti, come latte 100 % italiano, prosciutto crudo dop e prosciutto cotto 100% italiano, olio extra vergine di oliva 100% da olive italiane e/o dop e d altri prodotti di origine italiana.
Il Soggetto beneficiario è tenuto ad acquistare almeno 3 differenti tipologie di prodotti agroalimentari e il prodotto principale non può superare il 50% della spesa totale”.