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Con i primi accordi sottoscritti da Intesa San Paolo, viene data attuazione all’apertura introdotta dal “Decreto Aiuti” (D.L. n. 50/2022) in materia di quarta cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi.
L’estensione del perimetro dei cessionari dei crediti, che coinvolge soggetti dotati di Partita IVA e correntisti della banca cedente o capogruppo, diversi dai consumatori o utenti, ha come finalità il recupero della capienza fiscale delle banche e delle società appartenenti a gruppi bancari e deve imprimere un nuovo impulso al mercato della monetizzazione dei crediti rimasto bloccato per troppo tempo.
Seppure la norma abbia trovato luce da metà luglio scorso, sono occorse diverse settimane per poter mettere mano ai meccanismi che consentissero di attuare accordi adeguatamente strutturati in grado di garantire la corretta migrazione dei crediti presenti nei plafond delle banche.
Il lavoro svolto da Intesa San Paolo sugli schemi dei contratti e sulle piattaforme informatiche all’uopo realizzate, potrà fornire una traccia utile per le prossime architetture procedurali da rendere operative da parte di altri istituti di credito.
L’attuale meccanismo di cessione del credito realizzato da Intesa San Paolo prevede un accordo pluriennale che, grazie anche alla possibilità di frazionare l’importo del credito oggetto di cessione, risulta essere alquanto flessibile ed adatto alle esigenze della controparte.
Il sistema prevede l’impegno da parte del cessionario di acquisire, nell’arco temporale di quattro anni, crediti d’imposta secondo la propria stimata esigenza fiscale, pertanto, allorquando si deve procedere al pagamento d’imposta tramite Modello F24, il cliente comunica all’istituto di credito (via web) l’importo (del credito) di cui necessita per effettuare la corrispondente compensazione a fronte del quale corrisponderà un prezzo d’acquisto.
Così facendo la banca guadagna sul differenziale tra valore nominale del credito e prezzo assegnato per la cessione, aumentando anche la propria capienza fiscale per l’eventuale acquisto di nuovi crediti d’imposta, mentre il cessionario compra solamente la quota di credito di cui necessita per la compensazione, senza appesantire la sua posizione finanziaria attraverso l’acquisto di una massa di materiale fiscale che potrebbe compensare solamente dopo anni.
Oltre a ciò, anche alla luce delle recenti disposizioni uscite in tema di responsabilità solidale tra cessionario e beneficiario originario introdotte dalla legge di conversione del “Decreto Aiuti-bis” (cfr. nostra Circolare n. 693 del 16 settembre 2022), è importante precisare che le cessioni del portafoglio crediti detenuto dalle banche, sono connotate da certificazioni e controlli che ne legittimano la qualità, essendo, oltretutto, crediti formati dopo il primo maggio 2022 e quindi totalmente tracciabili anche in termini di attestazioni e dichiarazioni.
Le considerazioni più sopra riportate riguardano, per il momento, accordi che muovono appena 200 milioni di euro di crediti detenuti dall’istituto bancario, ma servono, al pari di un segnale di apripista, per iniziative che, se messe in campo quanto prima, potranno contribuire alla ripartenza del mercato degli acquisti dei bonus edilizi.