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È di qualche settimana fa il “via libera” alle vaccinazioni in azienda.
Il Governo ha approvato il piano nazionale e relativo protocollo per l’attivazione di punti straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro.
La lotta alla pandemia amplia il suo potenziale e, in attesa dei vaccini, le aziende possono organizzarsi e prepararsi a fornire un supporto alla vaccinazione nazionale.
Le aziende potranno quindi, in forma privata o per il tramite delle proprie organizzazioni sindacali e l’imprescindibile coinvolgimento dei medici competenti, procedere ad organizzare il piano vaccinale aziendale, che dovrà basarsi su alcuni fondamentali requisiti minimi:
Resta naturalmente inteso che il tutto potrà essere possibile solo quando vi sarà la disponibilità dei vaccini.
La collaborazione tra aziende, medici competenti e Azienda Sanitaria Locale dovrà essere una prerogativa soprattutto nel merito delle dosi richieste, della giusta conservazione e di quanto necessario per la corretta gestione di una così delicata attività.
L’attività vaccinale in azienda dovrà quindi essere pianificata nei tempi e nelle modalità tali da rispettare i requisiti minimi previsti dall’indicazione ad intermin del Governo.
Le procedure burocratiche sono, come sempre, numerose e quindi è necessario che la struttura aziendale (sempre su indicazione del medico competente e seguendo le relative procedure standard) sia in grado di poter garantire l’operatività.
I costi saranno interamente a carico delle singole aziende, inclusi quelli derivanti dagli addetti alla somministrazione, mentre restano in capo all’ASL la fornitura dei vaccini, delle siringhe ed aghi per la vaccinazione, oltre a tutti gli strumenti utili alla formazione e registrazione delle vaccinazioni effettuate.
Pertanto, le aziende, oltre a garantire idonee strutture per l’avvio del punto vaccinale che potranno essere operative solo dopo l’autorizzazione di idoneità da parte della ASL, dovranno procurarsi le attrezzature sanitarie quali, ad esempio, frigoriferi, defibrillatori e presidi sanitari utili a garantire il corretto espletamento delle procedure.
I lavoratori interessati non saranno solo quelli subordinati, ma vi rientrano tutti coloro che a vario titolo collaborano nell’interesse dell’impresa e quindi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, lavoratori autonomi, somministrati, collaboratori.
Per i lavoratori dipendenti, nel caso in cui le vaccinazioni avvenissero durante l’orario di lavoro, dovranno percepire la normale retribuzione a loro spettante.
Molto interessante è il dato reso noto da fonti ufficiali delle numerose imprese che hanno fatto richiesta di autorizzazione all’hub vaccinale aziendale. L’adesione dei privati è consistente, a dimostrazione dell’elevata sensibilità da parte delle aziende nel fornire supporto all’accelerazione del piano vaccinale e la conseguente uscita da questo lunghissimo tunnel chiamato COVID-19.
Andrea Fiumi, consulente del lavoro