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Autocertificare la propria malattia e restare a casa dal lavoro senza dover recarsi dal medico: per molti si tratta di un sogno, ma presto potrebbe diventare realtà. Nei giorni scorsi, infatti, è stato presentato un disegno di legge che prevede questa possibilità, ma le polemiche non si sono fatte attendere.
La normativa vigente prevede che in tutti i casi di assenza per malattia, il lavoratore deve consegnare al proprio datore di lavoro certificato rilasciato da un medico o da una struttura sanitaria autorizzata. Tali figure sono preposte all’invio telematico all’INPS.
I dati clinici devono essere direttamente constatati e oggettivamente documentati dal medico. Nel caso in cui ciò non venisse fatto in maniera adeguata, si configura falsa certificazione esponendo il medico a diretta responsabilità, con previsione sanzionatoria tanto per lo stesso medico quanto per il lavoratore.
Il disegno di legge volge all’alleggerimento della responsabilità medica, in quanto se approvato, in caso di sintomi o malessere, sarà il lavoratore a poter autocertificare i primi tre giorni di malattia. Il medico farebbe solo da tramite per la comunicazione telematica all’INPS.
Come facilmente intuibile, la proposta ha scatenato ingenti diatribe.
Le associazioni dei datori di lavoro segnalano la pericolosità di tale previsione, la quale potrebbe essere impropriamente utilizzata dai dipendenti al fine di assentarsi dal lavoro. Sono degni di opportuna considerazione anche i riflessi legati alla salute e al recupero dell’idoneità lavorativa: senza una tempestiva visita medica, i sintomi del lavoratore potrebbero non essere valutati correttamente e, in assenza di una adeguata terapia, anche il recupero potrebbe prolungarsi ulteriormente.
Le associazioni mediche invece auspicano l’approvazione del disegno di legge, in quanto ritengono che le pene previste in capo al certificatore siano eccessivamente consistenti. Qualora il medico non constati direttamente o certifichi impropriamente lo stato clinico del paziente, sarebbe passibile di sanzioni pecuniarie e penali, sino alla radiazione dall’albo.
L’auspicio è che nell’ambito dei lavori parlamentari il legislatore riesca a trovare un equilibrio che consenta di semplificare e, contemporaneamente, tutelare gli interessi di tutte le parti in causa.