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Quello dell’allevamento è un settore economico particolare, un settore che soffre delle difficoltà ambientali e soprattutto di costi sempre più elevati e prezzi sempre più volatili. E ciò diventa tanto più problematico quando si opera in zone difficili, come sui territori montani, oppure nelle zone svantaggiate dei comuni terremotati.
A tali difficoltà vanno aggiunti un livello di sostegno PAC inferiore rispetto a quello percepito dai terreni di pianura. Sostegno che, peraltro, è stato fortemente compresso nel 2017, con la riduzione del 27,5% del valore dei titoli delle fattispecie C (zone montane) e D (zone svantaggiate).
Ora, però, il Governo ha pensato di intervenire per provare a mettere una pezza e aiutare gli operatori del settore operanti in zone difficili. Con il decreto interministeriale n. 1317 del 1° marzo 2017, è stato introdotto un nuovo regime di sostegno per gli allevatori operanti in tali aree.
L’aiuto sarà concesso agli allevatori proprietari di superfici a prato permanente e titolari, per tali terreni, di titoli PAC ottenuti nel 2015 di valore inferiore alla media nazionale. Per accedere alle agevolazioni, le superfici a prato devono essere destinate alla zootecnia estensiva negli anni 2018 e 2019: i terreni devono essere ubicati nelle zone montane o, nei Comuni terremotati, anche nelle zone svantaggiate. Altro requisito necessario, per ottenere l’aiuto, è che i terreni siano nella disponibilità del richiedente alla data di presentazione della domanda.
Oggetto di agevolazione sono soltanto gli allevamenti di bovini, ovini, caprini ed equidi collocati nel Comune in cui sono situati i prati permanenti o in quelli limitrofi. L’attività di pascolamento degli animali, nel caso in cui l’azienda e i terreni si trovino in Comuni diversi, dovrà essere dimostrata tramite documenti che attestino la movimentazione dei capi; tali documenti dovranno essere registrati nella BDN. Per ottenere il sostegno, il carico di bestiame annuo su ciascun ettaro ammissibile dovrà essere compreso tra 0,1 e 6 UBA.
L’aiuto sarà calcolato come differenza tra il valore medio unitario dei titoli PAC assegnati al richiedente e il valore unitario medio nazionale, oggi pari a 214,64 euro/ettaro. Si ricorda che l’aiuto è concesso in regime “de minimis”, quindi nel limite di importo massimo pari a 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari. Gli aiuti di importo complessivo a 250 euro non saranno erogati.
La copertura finanziaria della misura in commento è di 20 milioni di euro, equamente divisi per le annualità 2018 e 2019. Vista la scarsità delle risorse, sono stati previsti criteri di priorità per l’erogazione dei contributi:
Nei fatti, quindi, solo i richiedenti di Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Comuni terremotati sono certi di poter accedere ai contributi (anche ridotti, in caso di eccedenza di domande). Per tutti gli altri, invece, non resta che sperare.