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AGEA ha dimostrato lacune ed inefficienze che ora si ripercuoteranno sulle tasche degli agricoltori. L’ente italiano è stato accusato dall’Unione Europea di essere carente nei controlli e non conforme alla normativa comunitaria. Questi rilievi mossi nei confronti del principale ente erogatore del settore agricolo potrebbe causare alla nostra agricoltura una penalizzazione di 550 mln di euro.
Nonostante i ripetuti rilievi della UE, per anni l’agenzia italiana per l’erogazione dei contributi per l’agricoltura non è intervenuta, risultando, tuttora, carente rispetto agli obblighi previsti dalla normativa europea ed evidenziando una inadeguatezza sistemica nel corretto ed efficiente utilizzo delle risorse comunitarie.
Quattro sono le contestazioni mosse da Bruxelles che non hanno trovato una pronta risposta dell’apparato amministrativo italiano e che hanno fatto scattare la richiesta di tagli ai finanziamenti per complessivi 550 mln di euro:
Agea, l’organismo pagatore nazionale, si è dimostrata inadeguata ed è in corso una sua riforma che punta soprattutto a separare le funzioni di coordinamento da quelle di organismo pagatore, oltre a una ristrutturazione del sistema dei controlli svolti da Agecontrol.
La riforma prevede che Agea assorba al proprio interno la struttura e le funzioni di Agecontrol.
L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dei servizi erogati alle imprese agricole, razionalizzare e contenere la spesa. Inoltre, dovrà essere migliorato il sistema di controlli rivedendo anche il coordinamento con gli organismi pagatori regionali.
È prevista anche una revisione anche del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), che gestisce la banca dati dei beneficiari dei contributi comunitari (PAC), che preveda una integrazione tra la struttura centrale e quelle periferiche regionali.
È auspicabile che la riforma di Agea, l’organismo pagatore italiano che gestisce i quasi 4 miliardi annui di aiuti comunitari, possa portare ad un rapido superamento delle criticità segnalate dalla UE.