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In data 16 settembre c.a. è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (Serie Generale n. 217), il Decreto Ministeriale[1] di adozione del Piano Nazionale delle Sementi Biologiche, a seguito dell’intesa raggiunta in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Così come anticipato all’articolo 8, comma 1, della Legge Nazionale in materia di Agricoltura Biologica[2], entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge stessa era stata prevista l’adozione del Piano con un Decreto specifico. Quest’ultimo sarà finanziato dal Fondo per lo sviluppo della produzione biologica (Legge 9 marzo 2022, n. 23, art. 9, comma 1).
La definizione di “semente biologica” la ritroviamo nel Regolamento (UE) 2018/848[3] che identifica nel termine “materiale riproduttivo vegetale” i vegetali e tutte le parti di vegetali, comprese le sementi, in qualunque stadio di crescita, capaci di produrre piante complete e destinati a tale scopo.
Lo stesso regolamento introduce il concetto di un “materiale eterogeneo biologico”, definito come un insieme vegetale appartenente a un unico taxon botanico del più basso grado conosciuto che presenti caratteristiche fenotipiche comuni e sia caratterizzato da un elevato livello di diversità genetica e fenotipica.
Per garantire alle aziende agricole bio disponibilità sufficienti di sementi e di materiali di propagazione vegetativa, il quadro normativo in materia di agricoltura biologica consente deroghe nei casi in cui questi non siano disponibili sul mercato.
In tal caso, è prevista la possibilità di utilizzare sementi convenzionali in deroga, salvo che non appartengano a varietà geneticamente modificate o siano trattate con prodotti a base di principi attivi non ammessi nella produzione biologica (Reg. (UE) 2021/1165[4]).
Per tale ragione, l’Italia si è dotata, a partire dal 2017[5], della Banca Dati delle Sementi Biologiche, un sistema informatico che contiene l’elenco delle specie e delle varietà di sementi e materiale di moltiplicazione ottenuti tramite metodi di produzione biologica.
La predisposizione del Piano Nazionale delle Sementi Biologiche è stata necessaria al fine di incrementare l’offerta di sementi biologiche certificate, limitando nel tempo il più possibile il ricorso a deroghe per l’impiego di materiale di propagazione non biologico.
In aggiunta, risulta necessario individuare e prevedere la produzione di materiale riproduttivo vegetale specifico riconducibile a varietà adatte alla produzione biologica, migliorandone pertanto sia l’aspetto qualitativo che quantitativo.
Tra le finalità del Piano, vi è quella di individuare e rendere disponibili le cosiddette “varietà equivalenti”, ovvero “l’insieme di singole varietà di una specie che, per caratteristiche agronomiche, fenotipiche, produttive e commerciali sono tra loro sostituibili senza arrecare potenziale danno all’agricoltore” (D.M. 24 febbraio 2017 n. 15130, art. 1, comma 2, lettera f).
Infine, tramite l’implementazione del Piano si tende ad incentivare attività di miglioramento genetico partecipativo, prevedendo il contributo di ricercatori, tecnici ed aziende agricole.
Tale Piano verrà aggiornato con cadenza triennale, con il supporto scientifico del CREA.
La data di entrata in vigore è programmata a partire dal 1° luglio 2023.
[1] D.M. 19 luglio 2023 – Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
[2] Legge 9 marzo 2022, n. 23, recante “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” (22G00031) (GU Serie Generale n.69 del 23 marzo 2022).
[3] Regolamento (UE) 2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il Regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio.
[4] Regolamento di esecuzione (UE) 2021/1165 della Commissione del 15 luglio 2021 che autorizza l’utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica e stabilisce i relativi elenchi.
[5] Decreto Ministeriale 24 febbraio 2017, n. 15130 recante “Istituzione della Banca Dati informatizzata delle sementi e del materiale di moltiplicazione vegetativa ottenuti con il metodo biologico e disposizioni per l’uso di sementi o di materiale di moltiplicazione vegetativa non ottenuti con il metodo di produzione biologico”.