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Il trust: questo sconosciuto. Il passaggio generazionale: conseguenze della mancata pianificazione
del prof. Damiano Montani, docente di valutazioni d'azienda e risk assessment e del prof. Luigi Russo, docente di diritto agrario
Circa l’80% degli italiani non ha in alcun modo pianificato la propria successione, ritenendo di poterlo fare in seguito o, ancor peggio, considerando questa materia un tabù da non affrontare, anche per scaramanzia.
Le conseguenze di questa scelta avranno, nel prossimo ventennio, un effetto economico devastante sull’apparato imprenditoriale italiano, che rimarrà in balia di un passaggio generazionale non pianificato e, quindi, del tutto affidato al caso.
Coloro che non valutano adeguatamente questa insidia, soprattutto se imprenditori, rischiano di addossare ai propri famigliari il peso della propria negligenza, fra cui:
mancata pianificazione fiscale: in assenza di pianificazione, le imposte dovute non possono essere gestite in tempo e sarà quindi inesorabilmente richiesto quanto dovuto al momento della morte, senza alcuno sconto;
frammentazione della proprietà: i beni non saranno suddivisi fra i successori in base alle loro capacità di gestirli e valorizzarli, ma saranno semplicemente affidati al “caso”, lasciando una massa di proprietà ad una massa di eredi, senza criterio e senza una razionale organizzazione; ciascun erede si accontenterà quindi di trarre il massimo profitto dalla micro-proprietà ereditata, senza curarsi né della perdita di valore conseguente al frazionamento né della perdita di un obiettivo condiviso;
discontinuità aziendale: se non si ha la fortuna di avere tutti i propri eredi dotati di capacità imprenditoriali, il patrimonio aziendale sarà gestito da eredi non preparati o a volte disinteressati, che creeranno una grave discontinuità nella vita delle aziende;
liti in famiglia: l’anarchia e la confusione che si generano da una successione non pianificata spesso provocano liti e spaccature nella famiglia che, oltre a rappresentare un grave danno morale, determinano anche un grave danno economico sia per le cause legali che ne derivano, sia per la conseguente assenza di un nuovo “capofamiglia” dotato dell’autorevolezza necessaria per gestirne il patrimonio;
danneggiamento del patrimonio indiviso: anche quando la proprietà non subisca un effetto di frammentazione, rimanendo indivisa fra gli eredi, subirà comunque un grave danno dall’incuria. Infatti, quando gli eredi diventano tanti, vengono a perdere la passione per la cura della proprietà, che viene di solito affidata ad un “amministratore”, iniziando così un progressivo stato di incuria e di degrado;
propagazione del danno fra gli eredi: l’incuria e l’incapacità imprenditoriale di un singolo erede possono creare danni a carico di tutti gli altri. Si pensi per esempio al caso di un soggetto con gravi problemi debitori che, ereditando una proprietà indivisa, subisca gli effetti del sequestro della propria quota con conseguente ingresso di indesiderati nuovi proprietari, estranei al contesto della famiglia.
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