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Imposta di successione e donazione: cosa cambia con la riforma per i passaggi generazionali d’impresa

di Niccolò Di Bella, dottore commercialista e revisore legale (*)

L’Italia, come noto, è un paese sempre più “vecchio”, intendendo con questo termine la presenza sempre maggiore di persone anziane rispetto a quelle giovani; persone che, statisticamente, hanno una minore aspettativa di vita, con tutto quello che ne consegue in termini successori.

Un recente studio della Fondazione Cariplo[1] ha il pregio di evidenziare come nel decennio 2020/2030 la ricchezza trasferita mortis causa in Italia sarà pari a circa € 1.124 miliardi, e che nel periodo 2030/2040 tale valore sarà addirittura di circa € 3.222 miliardi. Cifre da capogiro, che impongono delle riflessioni da parte di tutti gli operatori che, per quanto di nostro interesse, orbitano attorno alle imprese familiari, cuore pulsante della nostra economia, non ultimo dell’economia legata al mondo agricolo.

Parlare di impresa familiare e di una corretta pianificazione del suo trasferimento generazionale significa entrare - tra gli altri - in aspetti civilistici e fiscali ai quali è utile prestare grande attenzione, non fosse altro per i grandi vantaggi che si celano dietro ad una puntuale e tempestiva organizzazione del c.d. “passaggio generazionale”.

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