Agrivoltaico: un’opportunità per l’agricoltura

di Gabriele Chiodini, Akren Group

La produzione di energia rinnovabile è stata, ed è tutt’ora, fortemente incentivata a livello comunitario e nazionale tramite diverse modalità, dalle tariffe incentivanti al cofinanziamento dell’investimento. In questo contesto, nel Piano per la transizione Ecologica (MASE 2022) è prevista un’ulteriore crescita della generazione di energia da rinnovabili che dovrà coprire il 72% dei fabbisogni al 2030, arrivando al 95% al 2050. Ci si aspetta un contributo da parte di tutte le fonti rinnovabili, ma un ruolo di rilievo lo giocherà il fotovoltaico, con le stime che parlano della necessità di installare oltre 70/75 GW di potenza a regime.

Occorre precisare che non sarà possibile soddisfare l’intero fabbisogno ricorrendo ai soli tetti dei fabbricati, sia perché molti di essi sono già occupati, sia perché la realizzazione di impianti di potenza in grado di produrre energia a costi bassi impone l’adozione di economie di scala che difficilmente possono essere ottenute attraverso piccoli impianti su tetto. Fermo restando il fatto che bisognerà sfruttare tutti i tetti disponibili, la realizzazione di impianti posizionati anche sui terreni sarà un percorso obbligatorio.

Tuttavia, la costruzione di impianti fotovoltaici a terra si è sempre scontrata con il settore agricolo a causa del consumo di suolo determinato dagli impianti: sulla scia di questa contrapposizione è nato l’Agrivoltaico.

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