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Il bonus verde rappresenta una delle più interessanti novità per il settore florovivaistico introdotte dalla scorsa Legge di Bilancio, su cui l’Agenzia delle Entrate aveva già fornito importanti chiarimenti. Nei giorni scorsi, però, a seguito di un incontro con la stampa specializzata, l’Agenzia è tornata ad occuparsi del tema.
Uno dei quesiti posti alle Entrate riguardava la possibilità di far rientrare tra le spese agevolate dal bonus verde anche quelle relative alla cura periodica di alberi storici o secolari. Nel febbraio scorso, ad un quesito posto a Telefisco, l’Agenzia aveva precisato che devono ritenersi escluse dal bonus verde le spese sostenute per la manutenzione ordinaria dei giardini. In relazione al caso specifico, però, il principio deve essere interpretato estensivamente: in base all’ultimo chiarimento fornito, l’agevolazione spetta anche agli “interventi mirati al mantenimento del buono stato vegetativo e alla difesa fitosanitaria di alberi secolari o di esemplari arborei di notevole pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale” (L. 14/1/13 n.10).
Un altro tema discusso riguarda i cosiddetti giardini pensili. La loro realizzazione è espressamente agevolata in base alla previsione del comma 12 lettera b), ma non risultava chiaro di cosa si trattasse. Per quanto riguarda balconi e terrazzi, infatti, già era stata esclusa l’applicabilità del bonus verde per il mero acquisto di piante in vaso, se non inserito all’interno di un intervento più ampio.
Ora l’Agenzia ha finalmente specificato cosa si intende per giardini pensili: è agevolata la realizzazione di fioriere e l’allestimento a verde di balconi e terrazzi purché l’intervento abbia carattere innovativo e permanente.
Tra gli interrogativi risolti dall’Agenzia c’è anche quello relativo al numero di fatture che possono rientrare all’interno del bonus verde. Ci si chiedeva infatti se fosse agevolabile una sola fattura o se fosse possibile far rientrare nell’agevolazione anche più interventi da più fornitori. Le Entrate hanno chiarito che non rileva il numero di interventi o fornitori coinvolti, ma occorre solo il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa e della soglia massima agevolabile (5.000 euro).
Tra le spese che possono essere fatte rientrare all’interno del bonus verde ci sono anche le prestazioni professionali necessarie per la realizzazione dell’intervento. Tra queste, l’ultimo chiarimento ha inserito i costi sostenuti per “indagini e stime approfondite relativamente al sito oggetto della progettazione come […] valutazioni microclimatiche e ambientali, analisi del terreno, indagini fitoiatriche e fitostatiche sulla vegetazione eventualmente presente rese da tecnici, specialisti, eccetera”. Ammesse al bonus saranno anche le spese di progettazione degli interventi, purché direttamente riconducibili all’intervento stesso.
Ultimo punto trattato dall’Agenzia riguarda la necessità o meno dell’indicazione in fattura di una specifica dicitura per poter accedere al bonus verde, visto che, a differenza di quanto avviene per altre agevolazioni, non è richiesto l’utilizzo del cosiddetto bonifico parlante. Le Entrate, però, si sono espresse in senso negativo: sarà sufficiente, pertanto, che in fattura vengano espressamente indicati gli interventi svolti, i quali dovranno essere chiaramente ricompresi tra quelli agevolati.