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È di ieri la notizia che il presidente incaricato Giuseppe Conte ha rimesso il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha già indicato un nuovo nome, quello di Carlo Cottarelli, come possibile Presidente del Consiglio.
L’instabilità politica italiana e le difficoltà nel formare un Governo espressione del Parlamento eletto il 4 marzo sembra destinata a durare ancora a lungo, ma questa situazione ha anche importanti risvolti nella vita normativa del Paese.
Dalla privacy alla fatturazione elettronica, infatti, tante sono le questioni aperte, in attesa dei decreti attuativi necessari per rendere effettive normative già approvate e vigenti. Per quanto riguarda il mondo dell’agricoltura, peraltro, la situazione non è migliore. Anzi.
Si pensi, ad esempio, alla normativa relativa all’attuazione nazionale del Regolamento Omnibus. Lo scorso 30 marzo, il MIPAAF ha inviato alla Commissione UE gli orientamenti nazionali, i quali sono stati approvati sia da Bruxelles che dalla Conferenza Stato-Regioni, che ne ha dato parere favorevole il 24 aprile 2018.
Per rendere effettiva tale disciplina, ora occorrerebbe l’approvazione di un decreto ministeriale; pare evidente, però, che tanto la vacanza di un Governo, quanto la precaria stabilità di un Parlamento che è ancora alla ricerca di una sua maggioranza, siano tutt’altro che d’aiuto alla formazione di un così importante testo normativo.
Senza il richiamato decreto, però, restano bloccate questioni di primaria importanza come la nuova definizione di agricoltore attivo, le nuove modalità di accesso alla Riserva Nazionale e la maggiorazione del pagamento per i giovani agricoltori.
Purtroppo, quello sopracitato, non è un caso isolato: nei primi giorni di maggio, infatti, la Commissione Europea ha concesso agli Stati la possibilità di prorogare il termine per la presentazione delle domande PAC dal 15 maggio al 15 giugno 2018.
Tale apertura, che ormai è diventata una prassi consolidata nel sistema PAC, porta con sé una piccola controindicazione: per poter avere piena efficacia, essa deve essere trasformata in una normativa interna, sotto forma di legge o di decreto.
Non c’è allarme, certo, anche perché gli operatori hanno ricevuto ampie rassicurazioni da parte di AGEA, ma ad oggi la proroga è ancorata ad una previsione UE non direttamente applicabile e a qualche dichiarazione degli enti pagatori. Difficile immaginare un quadro di maggiore incertezza.
In attesa che il quadro istituzionale trovi un suo equilibrio e che maturino le condizioni per far ripartire il Paese dopo mesi di stallo, oggi sono ben quattro le circolari di AGEA in attesa di una pubblicazione e chissà quante altre resteranno ferme nell’imbuto creatosi in questi mesi.
In questi giorni, sui social e nei salotti televisivi, numerose sono le posizioni, spesso contrastanti, espresse sul tema della politica interna. Senza volerne sposare alcuna, di una cosa siamo certi: senza una pronta ripresa del normale andamento istituzionale, il futuro non potrà che essere a tinte fosche, per la nostra agricoltura e per il nostro Paese.