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Il valore delle nuove tariffe incentivanti in vigore dal 2016 per gli impianti per la produzione di biogas e di energia è stato normato, come ben noto, con un nuovo approccio classificatorio distinguendo sia la tipologia di substrato utilizzato, sia la potenza installata nell’impianto. Questo approccio si configura come un nuovo modello di programmazione della filiera agro-energetica alla luce anche di alcuni effetti distorsivi, riscontrati in aree dove la diffusione di impianti alimentati con sole colture dedicate è stata molto elevata.
Le opportunità sono interessanti nel caso di realizzazione di un impianto al di sotto dei 100 kWe, taglia di potenza che permette di contenere le procedure amministrative, poiché esente dall’iscrizione del Registro nazionale; inoltre, la tariffa incentivante base si ricorda essere pari a 0,233 euro/kWh immesso in rete.
Come ricordato nel precedente numero di questa Rivista1, è strategico progettare l’impianto in prossimità dell’allevamento e sfruttare completamente per la “dieta” di alimentazione gli effluenti di stalla; si propongono alcuni dati relativi alla consistenza in stalla per l’adeguata disponibilità di matrice organica da fornire al digestore (si ricorda al lettore che sono valori indicativi):