Ieri il Consiglio dei Ministri ha esaminato la manovra di oltre 30 miliardi per il 2023. Almeno due terzi delle risorse saranno destinati al contenimento dei costi energetici per imprese e famiglie.
Energia
Tra le misure che il Governo intende introdurre, vi è la definizione di un tetto al prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Il prezzo massimo, in particolare, viene fissato a 180 euro per MWh di energia elettrica prodotta. La linea scelta dal Governo sul tetto massimo del prezzo dell’energia va oltre alle linee fissate dal Regolamento europeo di recente approvazione; il tetto al prezzo delle rinnovabili, infatti, includerebbe anche l’energia prodotta da fonte solare ed eolica, oltre che la produzione di energia da impianti idroelettrici privi di accumuli e da biomasse, con esclusione, per queste ultime, delle imprese che producono biometano.
La fissazione di un tetto al costo dell’energia richiede un coordinamento con la disposizione prevista dall’art. 15-bis, D.L. n. 4/2022, che ha già fissato un tetto al costo dell’energia, ma con soglie sensibilmente più basse, a partire dal mese di febbraio 2022 e fino al mese di giugno 2023 (si vedano le nostre circolari 665/2022, 779/2022, 804/2022, 859/2022). La disposizione introdotta dall’art. 15-bis, D.L. n. 4/2022, al fine di destinare risorse al contenimento dell’aumento dei costi energetici è stata tuttavia oggetto di forti contestazioni da parte delle imprese che, in molti casi, hanno proposto ricorso al TAR. Ora la fissazione di un prezzo più alto potrebbe consentire un percorso condiviso con gli stessi operatori del settore.
Lo sconto sulle accise di gasolio e benzina sarà mantenuto, ma riducendone l’intensità del 40% rispetto alla misura attuale (da 0,25 euro a 0,15 euro), mentre, per il GPL, lo sconto scende a 0,034 euro. Le risorse risparmiate contribuiranno, insieme ad altre misure, alla creazione di un fondo da destinare ai territori colpiti da eventi calamitosi, per sostenere gli enti locali ed il trasporto pubblico.
Non risulta ancora chiara la linea sul gasolio destinato agli autotrasportatori, i quali, si ricorda, hanno ricevuto uno sconto sull’accisa dal c.d. “Decreto Aiuti-quater” fino al 31 dicembre 2022.
Prevista anche la proroga dei crediti d’imposta energetici, già confermati con il “Decreto Aiuti-quater”, fino al 31 dicembre 2022. In particolare, la misura sarà riproposta anche per il primo trimestre 2023 e dovrebbe prevedere un ulteriore potenziamento a favore delle piccole imprese, per le quali il credito per l’energia passerebbe dal 30% al 35%. A favore delle imprese energivore e gasivore, invece, il credito d’imposta aumenterebbe del 5%, passando dal 40% al 45%. Per ora, non vi sono indicazioni sul credito d’imposta per gasolio e benzina destinato alle imprese agricole e della pesca.
Per le famiglie si prevede, fino al 31 marzo 2023, la conferma delle misure precedentemente introdotte in capo energetico, ossia l’azzeramento degli oneri di sistema e l’IVA agevolata al 5%.
Le principali misure fiscali
Il Governo prevede di innalzare la soglia per l’applicazione della flat tax del 15% da 65.000 a 85.000 euro. Rinviata, per ora, l’ipotesi di innalzamento a 100 mila euro.
Al superamento della soglia di 100 mila euro dei ricavi o dei compensi, scatterà l’immediato rientro nel regime di tassazione ordinaria con i relativi adempimenti fiscali. Si tratta, anche in questo caso, di una disposizione che dovrà essere illustrata per la sua concreta applicazione. Attualmente, infatti, i contribuenti che superano la soglia dei ricavi o dei compensi applicano il regime ordinario, a partire dall’anno successivo.
Per i soggetti che non applicano il regime della flat tax e che hanno un reddito fino a 40 mila euro l’anno si propone di inserire una tassa piatta incrementale, con applicazione di un’aliquota del 15% sulle variazioni di reddito superiori almeno del 5% del reddito 2022 rispetto al maggiore rilevato nel triennio precedente.
Tra le attenzioni del Governo, vi è la proroga della rivalutazione del valore dei terreni, delle aree edificabili e delle quote di partecipazione in società non quotate, alle quali di propone di aggiungere quella relativa al valore delle criptovalute, con applicazione dell’imposta sostitutiva nella misura del 14%. Attraverso il pagamento dell’imposta sostitutiva, si potrà limitare, o escludere, l’emersione di redditi diversi (plusvalenze).
Anche l’assegnazione agevolata dei beni ai soci, già più volte proposta in passato, viene riproposta nella manovra per il 2023. Si ricorda che la disciplina dell'assegnazione agevolata di beni ai soci rappresenta un regime fiscale che consente l'assegnazione, ai soci, di taluni beni immobili e di beni mobili iscritti in Pubblici registri. In genere, la finalità dell'agevolazione è quella di consentire la fuoriuscita dalle società di immobili che, potenzialmente, potrebbero poi essere nuovamente immessi nel mercato, favorendo, così, la circolazione degli immobili e portando nuova linfa al mercato.
Vi è l’ipotesi di rinviare di un anno sia la sugar tax (la tassa sulle bevande zuccherate) che la plastic tax, per poi eliminarle definitivamente.
Sostegno alle famiglie e misure per il lavoro
La proposta di manovra licenziata ieri dispone una rivisitazione dell’assegno unico per le famiglie più numerose, per le quali, dal prossimo mese di gennaio, è fissato un aumento del 100% della maggiorazione forfettaria (dagli attuali 100 euro a 200 euro). Nell’attesa di una definizione dei requisiti per nuclei familiari che potranno beneficare dell’incremento della misura, vi è da segnalare che, per gli altri nuclei familiari, non si prevedono novità rispetto all’attuale regime.
Previsto un contributo per il passaggio al nuovo Digitale terrestre (TV), che potrà essere fruito per la rottamazione del vecchio televisore e la sostituzione con un modello compatibile con il segnale Dvb-T2, per il solo acquisto di nuovi apparecchi televisivi o decoder. Il contributo dovrebbe essere pari al 20% del costo sostenuto e concesso nel limite di 100 euro per nucleo familiare.
Per i redditi fino a 35 mila euro, è confermata la riduzione dell’aliquota IRPEF di due punti, mentre, per quelli fino a 20 mila euro, la riduzione dovrebbe essere di tre punti percentuali.
Per i soggetti con reddito fino a 80 mila euro, la cedolare secca sui premi di produttività fino a 3.000 euro passa dal 10% al 5%. Tale imposta è ridotta al 3% per coloro che hanno un reddito fino a 20.000 euro.
Inoltre, è prevista la proroga della decontribuzione per l’assunzione degli under 36 con contratti stabili o per la conversione di contratti a termine. Tale sgravio potrebbe essere esteso ai percettori del reddito di cittadinanza, in questo caso, senza limitazioni di età.
Infine, il reddito di cittadinanza, in attesa di un restyling della misura nel breve periodo e di una radicale riforma del welfare prevista dal 2024, per i percettori che risultano occupabili, sarà riconosciuto solo fino al mese di agosto 2023.
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